Sono da poco finite le finali di Gironi Divini 2023, l’evento (unico nel suo genere) che racconta lo stato dell’arte del vino abruzzese attraverso un doppio giudizio, quello del tecnico e quello dell’appassionato. Oltre 800 persone hanno partecipato alle tre serate di Tagliacozzo (AQ), in un contesto storico di bellezza rara. In un mondo fatto di rassegne estive copia-e-incolla, dove folle festanti, calice al collo, sgargarozzano litri di liquidi distinguendone a malapena il colore, il format di Gironi Divini punta con decisione sulla qualità. Una scelta antieconomica ma doverosa, se si vuole che a vincere, alla fine, sia il vino abruzzese nella sua totalità: perché una bevuta curiosa e consapevole necessita del giusto spazio ed attenzione.
“In passato ci siamo cascati anche noi”, ci racconta Franco Santini, direttore tecnico dell’evento. “Gironi Divini, pre-Covid, richiamava migliaia di persone da tutto l’Abruzzo e da Roma. Nulla da dire, quindi, contro le tante manifestazioni enogastronomiche e sagre (alcune di grande valenza storica e culturale) che animano le nostre estati. Sono sbocchi commerciali spesso importanti: per gli organizzatori, e anche per le cantine, che in questo modo possono magari alleggerire i magazzini, resi pesanti da un contesto di mercato sempre difficile. Ben vengano, quindi, se fatte con un minimo di criterio e secondo accordi mutuamente vantaggiosi. Ma in quei contesti contano solo i numeri. Parlare di vino di qualità è impossibile. Negli anni sono arrivato a considerare inutile anche la figura del sommelier, che si riduceva a stappare e versare bicchieri senza sosta, non potendo argomentare nulla ad una folla distratta e assetata: giustificare la sua presenza professionale solo con l’elegante divisa d’ordinanza, tanto per darsi un tono, mi sembrava superfluo. A Gironi Divini abbiamo voluto cambiare le cose: massimo 300 persone a sera (non poi così poche…), di veri appassionati, distribuiti in vari momenti di degustazione, separati nel tempo e nello spazio. Al centro, un lavoro di selezione enorme e il racconto appassionato del vino abruzzese, fatto da professionisti istruiti per comunicare al meglio le differenze e le sfumature dei tanti vitigni autoctoni della nostra regione. Ci sono due modi di aiutare le aziende del vino con questi eventi: o gli faccio vendere tanto vino, oppure creo cultura della qualità, rivolgendomi ad un pubblico attento e consapevole. Ecco, noi abbiamo scelto il secondo modo”.
Fatta questa premessa, ecco il podio dei vini più apprezzati dal pubblico durante le finali. Ricordiamo che nel mese di luglio una giuria di giornalisti, buyers e sommelier aveva assaggiato oltre 450 etichette da tutte le provincie, scegliendo le 10 più interessanti per ogni tipologia. Queste sono state sottoposte in degustazione alla cieca ad una giuria di appassionati, che ha scelto i 3 più “piacevoli”. Tutti i vini finalisti, con scheda dell’azienda, saranno comunque inclusi nella guida “Vini d’Abruzzo per Bevitori Curiosi”, che Franco Santini pubblicherà a fine anno.
Categoria PECORINO
Gruppo molto equilibrato, con pochi voti di scarto fra i finalisti. Da notare che ai primi due posti si sono classificati degli esperimenti di “invecchiamento”, con vini di 3 e 4 anni. Che sia la via per un Pecorino più caratterizzato?
Categoria TREBBIANO D’ABRUZZO
A raccogliere il gradimento del pubblico sono stati prodotti non “scontati” e poco omologati. Un segnale interessante, per un vitigno che sta tornando prepotentemente “di moda”.
Categoria BIANCHI DA UVE MINORI, BLEND ED INTERNAZIONALI
La degustazione forse più divertente, fatta di mille variazioni e sfaccettature, come era normale aspettarsi.
Categoria CERASUOLO D’ABRUZZO
La categoria più combattuta, perché la qualità media era davvero altissima: un vino si è staccato leggermente dalla media, e subito dietro tanti grandi Cerasuolo, di diversa interpretazione, tutti con lo stesso punteggio.
Categoria MONTEPULCIANO D’ABRUZZO GIOVANI (sotto i 3 anni)
Un po’ penalizzate le versioni più giovani, a vantaggio di vini di 3 anni che iniziano ad esprimere già complessità e carattere. Dal prossimo anno la categoria potrebbe essere ristretta alle ultime due vendemmie.
Categoria MONTEPULCIANO D’ABRUZZO MATURI (sopra i 4 anni)
Le preferenze del pubblico sono andate su vini di grande struttura ed eleganza, capaci di declinare il frutto e la sostanza del Montepulciano secondo un profilo più internazionale.